
13 Mag La voce di NORISK SCF – Tregua USA-Cina: 90 giorni di respiro per i mercati
Con un colpo di teatro la scorsa settimana Trump ha negoziato con il Regno Unito e ha “finalizzato un accordo”: di fatto UK che non pagava nulla ora avrà dei dazi “minimi” del 10% e sul settore auto i dazi sono scesi però dal 25% al 10% fino a 100 K vetture esportate.
Il vero coniglio dal cilindro è stato però l’esito della negoziazione avvenuta in Svizzera con la Cina: ebbene “abbiamo scherzato” e ora tutto andrà bene.
La sostanza: tariffe sospese per 90 giorni e scese al 30% dal 145%!
La Cina “ringrazia” e le sue tariffe per l’import US scendono dal 125% al 10%.
In mezzo a tutta questa commedia i principali indici azionari hanno avuto un andamento a V e, soprattutto in Europa, siamo vicini a nuovi massimi.
In America, invece, manca ancora qualcosa al recupero, ma la vera differenza per noi è rappresentata dal cambio.
Cosa possiamo dire di questo mercato e dell’ultimo mese e mezzo?
L’indicatore della CNN vale più di mille parole.
Pare che Trump non sia più un problema e che oramai il mercato abbia deciso che il presidente minacci, ma che poi alla fine non mantenga quasi nulla.
O detto meglio: se pensi di dover pagare X e alla fine paghi la metà o un terzo è come se ragionassimo su uno scampato pericolo. In realtà, per ora, sono solo intenzioni e ad ogni modo i dazi ci saranno, magari in modalità ridotta. Gli effetti non li sappiamo ancora.
Alla fine penso abbiamo capito tutti che questo ciclo economico con Trump avrà diversi momenti di imprevedibilità e occorre, come sempre, isolare i rumori di fondo dalla realtà.
La realtà è che la BOE dopo la BCE ha tagliato i tassi e che in generale il continente europeo, mentre le borse festeggiano euforiche, non sta brillando.
Qui di seguito l’indice DAX tedesco che continua la sua corsa e ha completamente recuperato il calo post 2 Aprile.
Vediamo i tassi in UK dopo la mossa della BOE che ha tagliato dello 0,25%.
E quali sono le previsioni in UK per i prossimi mesi? Dal 4,25% ci si attende che i tassi arrivino intorno al 3,6-3,5% per gli inizi del 2026.
Ricordiamoci che tassi in ribasso un po’ dappertutto sono sintomo di economie in rallentamento e se c’è rallentamento i mercati finanziari non potranno non tenerne conto prima o poi.
Quindi isoliamo i movimenti a V dei mercati che sono stati movimenti tecnici anche estremi nella velocità e ritorniamo a ragionare sui fondamentali con tutte le difficoltà del caso. Guardate cosa sta capitando al traffico marittimo Cina-Stati Uniti dopo le tariffe al 145%!
Concludiamo con questo ultimo grafico che mostra come la borsa americana sia supportata (quasi sempre) dai robusti buy back societari. In sostanza non avendo uno scenario per i prossimi mesi chiaro le aziende preferiscono ricomprarsi le proprie azioni. Anche questo deve far riflettere.