
06 Mag La voce di NORISK SCF – Economia USA tra dati, trimestrali e addii
Iniziamo il mese di Maggio con la consapevolezza che Trump possa dire tutto e il contrario di tutto e che dopo aver esaminato parecchie trimestrali sia evidente come molte società abbiano ritirato le guidance per i prossimi trimestri o abbiano comunque previsioni per il futuro estremamente variabili. In sostanza si vive nella modalità wait and see.
La scorsa settimana è uscito il PIL del primo trimestre: -0,3% QoQ.
Il dato, negativo, era largamente atteso e anticipato dal GDP Now della Fed, ma non è, da solo, preoccupante: nel mese di Marzo la voce “Net Exports” è stata quella che ha contribuito ad abbassare il PIL visto che aziende e famiglie hanno comprato più merce dall’estero per anticipare i dazi.
In sostanza assistiamo ad una sorta di distorsione contabile e nel prossimo trimestre dovrebbe essere riassorbita. Il II trimestre sarà anche il primo completo sotto la nuova presidenza e l’annuncio dei dazi con tutta una serie possibile di conseguenze. La prima, quella più visibile, il drastico calo dei commerci marittimi tra Cina e Stati Uniti.
Sempre la scorsa settimana è uscito un altro dato, il PCE, che è la misura preferita della FED per l’inflazione.
Secondo questo indice la crescita dei prezzi QoQ è stata pari al 3,5% e questo, chiaramente, non aiuta la Fed a tagliare i tassi. E’ anche vero che come tutti i dati del I trimestre sono dati “vecchi” e le decisioni di politica monetaria debbano riferirsi al futuro, ma da mesi le banche centrali sono diventate, soprattutto quella US, molto caute ad agire sui tassi.
A livello complessivo si nota un drastico calo dei prezzi energetici, soprattutto del petrolio che è passato da un massimo sopra gli 80 usd ai prezzi attuali intorno ai 57-60 usd.
Il calo del petrolio da un lato rappresenta uno dei migliori indicatori che ci sono timori di rallentamento delle economie mondiali e dall’altro lato la solita lotta all’interno dell’OPEC + ad aumentare le quote produttive.
Un petrolio “basso” non aiuta la Russia che deve finanziare la guerra con l’Ucraina e nemmeno gli Stati Uniti che con il loro shale oil hanno bisogno di prezzi maggiori. Solo i paesi arabi sono quelli che possono accettare un prezzo più contenuto visto i loro costi per estrazione e produzione decisamente più competitivi.
La settimana scorsa è stata piena di trimestrali tech: Microsoft, Meta, Apple, Amazon. Sono uscite tutte sostanzialmente positive con Microsoft che svetta sulle altre. Società come Apple e Amazon hanno avvisato che potrebbero risentire delle problematiche di dazi e guerre commerciali in corso.
In sostanza: il passato è OK, le borse hanno recuperato gran parte dei cali, ma il futuro dei prossimi 2-3 trimestri è assolutamente incerto. Ricordiamo che i dazi sono stati sospesi per 90 giorni e che la relazione Cina-US in questo momento è ai minimi termini: tra poche settimane si inizieranno a vedere gli effetti concreti dello stop di fatto ai commerci tra i 2 paesi.
1) Utili per azione Microsoft
2) Utili per azione Meta
3) Utili per azione Apple
4) Utili per azione Amazon
Come si può leggere dai numeri si tratta di trimestrali mediamente robuste ma come sempre al mercato interessa proiettare gli utili futuri e non quelli già conseguiti. Nel bene o nel male, il mercato americano passerà ancora, per la capacità di queste grandi aziende di innovare e crescere nonostante uno scenario attuale decisamente più complesso.
Per completare il quadro manca solo Nvidia che fornirà i dati alla fine di Maggio.
Ricordiamo che Nvidia ha dovuto prendere in carico una svalutazione da 5,5 mld di dollari per il blocco della vendita dei suoi chip alla Cina.
Nel week end abbiamo ascoltato la conferenza annuale di Warren Buffett con azionisti ed ospiti illustri: Buffett all’età di 94 anni ha deciso di ritirarsi alla fine dell’anno da CEO e lascerà il suo posto all’attuale vice che ha poco più di 60 anni.
La sua holding d’investimenti, Berkshire Hathaway, è stata il punto di riferimento mondiale di come si debba investire.
Il grafico fa vedere la crescita delle azioni di Classe A che oggi hanno superato 800.000 usd per una singola azione. Esistono le azioni di classe B che valgono 540 usd per chi, logicamente, non possa esporsi con cifre così importanti.
Di seguito le principali società e le % detenute da Berkshire nel suo PF.
Ricordiamo che Berkshire ha tante società non quotate e una grossa fetta di liquidità investita in treasury a breve termine.
Buffett esce di scena dopo quasi 60 anni di attività e verrà ricordato come il maggiore investitore di successo al mondo.