La voce di NORISK SCF – Dazi, debito e dollaro: le vere ombre dietro il rimbalzo di Nvidia

La voce di NORISK SCF – Dazi, debito e dollaro: le vere ombre dietro il rimbalzo di Nvidia

La scorsa settimana la corte del commercio internazionale negli Stati Uniti ha dichiarato che le motivazioni con le quali si sono adottati gran parte dei dazi non sono valide. O detto meglio: lo strumento usato dal presidente non è considerato appropriato visto che ha “venduto” le tariffe come necessarie ed urgenti per la sicurezza nazionale.

In successione a questa pronuncia coraggiosa abbiamo visto:

  1. Ricorso alla corte d’appello che ha temporaneamente ribaltato la pronuncia contro Trump concedendo una sospensione;
  2. Il presidente che ha raddoppiato i dazi al 50% su acciaio ed alluminio;
  3. Una possibile nuova tassa prevista dalla “sezione 899”: tale balzello arriverebbe fino al 20% e sarebbe applicato contro i paesi, le istituzioni e le aziende straniere di nazioni accusate di maltrattare il business americano con il loro regime fiscale.

In sostanza se la guerra dei dazi non funzionasse si arriverà alla “guerra dei capitali”.

Non deve quindi stupire se c’è sempre più diffidenza verso il dollaro e verso il debito US.

La buona notizia, tuttavia, è che le istituzioni negli Stati Uniti esistono ancora e il potere del presidente è contrastato da molti ricorsi di aziende e stati interni contro le decisioni unilaterali di Trump.

È verosimile che si arriverà alla Corte Suprema e che i prossimi mesi continuerà il balletto di Trump per il quale è stato coniato il nomignolo TACO da un editorialista del FT che sostanzialmente significa fare la voce grossa e poi ritirarsi sempre. In inglese: Trump always chickens out.

Qui di seguito il dollar index dove si vede chiaramente come il dollaro sia sotto pressione contro le principali valute. Per quello che riguarda noi il rafforzamento dell’Euro è, chiaramente nel breve termine negativo.

Contenuto dell’articolo

In passato, alla crescita della borsa americana si aggiungeva la rivalutazione del dollaro con un doppio guadagno, ora la borsa US è relativamente debole, ma soprattutto il cambio contro euro è il vero responsabile del calo degli indici americani per noi europei. Qui di seguito le previsioni per il GDP del II trimestre.

Contenuto dell’articolo

Come ci ricordiamo, il primo trimestre del PIL in America è stato debole a causa della forte crescita delle importazioni avvenuta prima dell’introduzione dei dazi.

Il Q2, visto positivo, potrebbe essere un aggiustamento di quanto è capitato nel Q1. Poiché i dazi definitivi non sono ancora stati decisi è molto difficile dire cosa avverrà nei prossimi trimestri.

Quello che è chiaro a tutti è che Trump ha da un lato bisogno di aumentare le entrate del bilancio pubblico e dall’altro lato vuole un dollaro debole che è visto come condizione indispensabile per aumentare l’export americano e, di fatto, rendere gli investimenti sul territorio US più facili per gli stranieri.

Resta il dubbio di chi comprerà i treasury dall’estero se il cambio continua a indebolirsi, ma tutto probabilmente non si può avere.

Come sappiamo l’America per le società di rating non ha più la tripla A, ma è tuttavia visto come un debitore molto solido. Fa sorridere come, invece, il mercato tramite i CDS (derivati che prezzano il rischio di default) vedano US al pari di Italia e Grecia quindi con un rating molto basso.

Contenuto dell’articolo

Ha ragione il mercato o le società di rating?

È una domanda retorica: il mercato ha sempre ragione, mentre le società di rating nei loro giudizi sono condizionati da scelte politiche.

Il debito americano, senza interventi di forte riduzione del deficit o di forte crescita del PIL nominale non è sostenibile e lo dicono dal segretario al tesoro ai principali CEO delle banche. Il fatto è che il dollaro e il debito americano “non possono andare male” visto che una rottura di tale sistema porterebbe il mondo in territori inesplorati.

Concludiamo con i risultati di Nvidia che continuano ad essere robusti, ma, chiaramente, la velocità di crescita sta rallentando. In giallo vedete i numeri effettivi di fatturato e utili. In bianco le stime per i prossimi trimestri.

Contenuto dell’articolo

La società potrebbe risentire come altre big tech della guerra commerciale, in particolar modo se le tensioni con la Cina continuassero.

Perdere l’accesso al mercato cinese per Nvidia & Co non è certamente auspicabile soprattutto perché la tecnologia ha sempre dimostrato di essere un settore in crescita costante nel lungo termine e boicottare il settore dove gli Stati Uniti brillano di più è una misura miope.

Concludo con questo grafico che mostra come il prezzo dell’azione e gli utili attesi siano “coerenti”.

Contenuto dell’articolo
Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it