
27 Mag La voce di NORISK SCF – Il ritorno di Trump e il caos globale: tra dazi, università e debiti pubblici
Dopo qualche settimana di relativa calma Donald Trump ha ricominciato a minacciare i vari interlocutori.
La prima battaglia frontale è con l’università di Harvard dove sostanzialmente gli studenti stranieri non potranno restare perché è stato messo un divieto immediato per gli stranieri indipendentemente dalle rette che pagano.
Due giudici, per ora, hanno bloccato questo nuovo diktat della presidenza e, come per tante altre materie, i tribunali saranno intasati di ricorsi di ogni genere. La magistratura per ora è l’unica opposizione a Trump.
Trump del resto è convinto di non dover rispondere a nessuno se non agli elettori e che la cultura “woke” identificata con tutto quello che non “è MAGA” vada cancellata. Le famose università americane sono responsabili di insegnare ideologie sbagliate e permettere manifestazioni contro Israele.
La seconda dichiarazione pesante è stata contro l’Europa che è lenta, sfrutta US e ha un surplus commerciale eccessivo. Le negoziazioni, secondo Trump, non vanno da nessuna parte e quindi, dal 1 Giugno, dazi del 50% su tutte le merci europee sono inevitabili.
I mercati hanno stornato venerdì in Europa, ma vengono da mesi di forte performance rispetto agli Stati Uniti, in America sono invece poco mossi: tutti segni che la credibilità delle parole di Trump è bassa.
Come volevasi dimostrare Trump ha messo in stand by i dazi del 50% e ha parlato via Truth: ormai è da questo social che dobbiamo prendere le notizie.
E infine anche Apple è stata toccata pesantemente: dazi del 25% su tutti i prodotti venduti in US se non fabbricati internamente. Tim Cook, il CEO di Apple, aveva annunciato che avrebbe fabbricato gli IPhone in India e non più in Cina pensando di aver risolto il problema.
Evidentemente NO: tutto deve essere fabbricato in US con quali persone non si sa e nemmeno con quali competenze. Per non parlare dei costi: quanto costerebbe un IPhone made in US? Quello che conta è la propaganda costante, la fattibilità di un progetto è secondaria.
Performance di Apple vs MAG 7 ultimi 3 anni
Performance Dax vs S&P 500 YTD
Per ora pare che la strategia di minacciare tutto e tutti abbia fatto solo danni all’America e l’incapacità, come i governi precedenti, di limitare il deficit di bilancio stia iniziando a creare non poche tensioni sui tassi a lungo termine.
Ad onor del vero, il problema del debito pubblico è stato evidenziato più volte nel corso degli ultimi giorni sia in Giappone che negli Stati Uniti.
Vediamo il Giappone che ha tassi ufficiali tendenti allo zero e che per fine anno sono attesi appena in area 0,65%.
Peccato che con il ritorno dell’inflazione in Giappone sul mercato i tassi siano saliti su tutte le scadenze lunghe.
Per contro in America i tassi ufficiali sono ben più alti di quelli in Giappone, ma anche qui i tassi di mercato sulla parte a lungo della curva sono in aumento.
Ora i problemi sono due:
- In Giappone la BOJ possiede più del 50% dei titoli di stato giapponesi. Con i rialzi dei rendimenti di mercato i prezzi sono scesi fortemente. Questo significa che se tutti gli operatori finanziari dovessero mettere a bilancio il valore corrente dei bond le perdite sarebbero mostruose.
- Il Giappone è uno dei maggiori compratori di treasury americani, ma se i rendimenti dei titoli giapponesi salgono è possibile che si incominci a comprare bond a lungo giapponesi invece che finanziare US.
Se questo accade e in un contesto di tassi in salita, Trump non può che in qualche modo “obbligare” i paesi terzi di finanziare il tesoro americano.
Un chiaro indizio dei rischi tra Giappone e Stati Uniti è il tasso di cambio.
Guardate quanto si sta rafforzando lo Yen sul Usd: stiamo ritornando ai livelli dell’Agosto 2024 quando ci furono alcuni giorni di forti vendite sugli indici giapponesi e la “scoperta” del carry trade: finanziarsi in Yen per investire su valute ad alto rendimento.
In sostanza, nella fase attuale più che guardare ai dazi occorrerà vedere come si muova il cambio dello Yen e chi/come verrà finanziato il debito pubblico americano a maggior ragione dopo la conferma/estensione degli sgravi fiscali e/o minori imposte del piano di Trump.
Quanti anni si può viaggiare al 6-7% di deficit e quanto è sostenibile un debito pubblico? La nostra attenzione si dovrà focalizzare su Stati Uniti e Giappone visto che l’Europa in questa fase storica pare non essere considerata rischiosa.
Concludiamo con le caratteristiche salienti del nuovo BTP Italia in emissione:
- Indicizzato all’inflazione italiana FOI;
- Rendimento minimo garantito: 1,85%;
- Durata: fino a Giugno 2032 (con solito bonus se portato a scadenza).
Ricordiamo che è un titolo che permette di rivalutare sia il capitale che la cedola se le variazioni dell’inflazione sono positive, in caso di inflazione negativa si incassa solo il tasso minimo garantito.