Il rischio: differenza tra analisi finanziaria e percezione

Percezione individuale e finanziaria del rischio

Il rischio: differenza tra analisi finanziaria e percezione

Percezione individuale del rischio: cos’è e come si forma? 

Il concetto di rischio è la base di qualsiasi investimento che si tratti di mercati quotati o semplicemente di un imprenditore che inizia la sua attività e usa dei capitali per costruire un business. 

Senza rischio, in realtà, non si può costruire quasi nulla: per questo motivo il rischio è costantemente presente in ogni pianificazione finanziaria. In linea generale, si possono identificare tre categorie di rischio: 

  1. Attivi a basso rischio;
  2. Attivi a medio rischio;
  3. Attivi ad alto rischio. 

 

Comprare un titolo di stato a 3 mesi emesso dal Tesoro americano è considerato quasi privo di rischio, “free risk”, mentre comprare un’azione volatile come Tesla, ad esempio, è espressione del massimo rischio. 

Una via di mezzo potrebbe essere, ad esempio, un fondo o un ETF bilanciato, che diversifica il portafoglio tra azioni ed obbligazioni. 

Una regola fondamentale in finanza afferma che maggiore è il rischio, maggiore è il rendimento atteso. Inoltre, il rischio è anche funzione del tempo: un euro oggi, certo, vale più di un euro domani.

 

Differenza tra rischio reale e rischio percepito 

Tuttavia, il modo in cui il rischio viene vissuto dai risparmiatori può essere molto diverso dalla sua definizione oggettiva. La componente emotiva e psicologica gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui interpretiamo le fluttuazioni dei mercati. 

 

Fattori che influenzano la percezione del rischio 

Il modo in cui il rischio viene vissuto da chi investe è spesso molto diverso dalla sua definizione tecnica. Esistono diverse forme di rischio percepito che influenzano le decisioni d’investimento.

Il rischio di “perdere” soldi 

Ogni volta che sui mercati c’è una correzione, magari anche dopo anni di rialzi, la testa inizia a farci pensare male. Peggio ancora se inizio ad investire e dopo pochi mesi c’è un calo, anche importante del valore del mio PF.
In quel momento, spesso, la razionalità viene meno e i pensieri negativi aumentano: si teme di “perdere dei soldi” e che ci metteremo anni a recuperare quanto investito.
In realtà le oscillazioni degli attivi inseriti in un PF al rialzo e al ribasso sono la normalità e non sono “sintomo” di perdite future. 

Le vere perdite si verificano principalmente in due situazioni: 

  • Quando si cede alla pressione dei cali temporanei di valore degli strumenti finanziari e si vende realizzando di fatto una minusvalenza; 
  • Quando si investe in una singola azione o un singolo bond e la società sottostante fallisce o va comunque talmente male da collezionare anni di bilanci in perdita fortissima.

 

Il rischio di non conoscere i rendimenti possibili 

Molte persone richiedono dagli investimenti rendimenti irrealistici rispetto alle possibilità del mercato e/o alla loro propensione al rischio. È banale constatare, ad esempio, che se il mio orizzonte temporale d’investimento è breve non potrò ottenere dei rendimenti particolarmente elevati, ma dovrò limitarmi a titoli con scadenze certe e rendimenti contenuti.

 

Rischio di sottovalutare l’inflazione 

Perché si investe? Sostanzialmente si investe il surplus di denaro che non serve per le spese correnti. Quando investiamo del denaro dobbiamo cercare di massimizzare i rendimenti nell’arco temporale desiderato. I rendimenti però devono essere “reali” ovvero al netto dell’inflazione. Se nell’arco di 5 anni investo al 3% con l’inflazione al 4% alla fine del periodo ho meno potere d’acquisto.
L’inflazione va tenuta in considerazione nelle scelte di asset allocation.

 

Il rischio di non costruire un patrimonio adeguato 

Rischio di non investire nella maniera corretta e di trovarsi dopo tanti anni, all’epoca della pensione o in una fase di vita non più attiva a livello lavorativo, con un patrimonio inadeguato rispetto alle necessità future. Troppo spesso si sceglie già da giovani un profilo di rischio medio-basso che non consente in futuro di vivere con serenità. 

 

Come possono i consulenti finanziari aiutare i clienti a comprendere meglio il rischio? 

Il rischio, nei mercati finanziari, non è un nemico da evitare a tutti i costi, ma un elemento da conoscere, valutare e gestire con consapevolezza. Comprendere la differenza tra rischio reale e rischio percepito è il primo passo per non farsi guidare dalle emozioni, ma da una strategia coerente con i propri obiettivi, il proprio orizzonte temporale e la propria tolleranza al rischio. 

Investire significa accettare l’incertezza, ma anche riconoscere le opportunità che essa può offrire. Solo superando i falsi miti legati alla paura di “perdere soldi”, impostando aspettative realistiche e tenendo conto di variabili come inflazione e obiettivi di lungo periodo, è possibile costruire un portafoglio efficace e davvero adatto alle proprie esigenze. 

In questo percorso, affidarsi a professionisti del settore può fare la differenza: consulenti finanziari indipendenti come noi di Norisk aiutano i risparmiatori a compiere scelte informate, costruendo soluzioni personalizzate e sostenibili nel tempo, senza conflitti di interesse. 

In altre parole, il vero rischio non è investire, ma farlo senza comprendere cosa si stia facendo. 

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it