La voce di NORISK SCF – Tra guerre e valute: cosa ci dicono i mercati?

La voce di NORISK SCF – Tra guerre e valute: cosa ci dicono i mercati?

La settimana scorsa ha visto i disordini americani e l’attacco di Israele all’Iran come due nuovi detonatori di una situazione globale già piuttosto tesa.

Negli Stati Uniti sta montando l’opposizione non della politica che come al solito non esiste, ma della gente. Come sempre nelle manifestazioni c’è di tutto: gente normale e gente che cerca gli scontri.

La realtà tuttavia è “forte”: Los Angeles militarizzata su ordine di Trump, scontri tra governatore dem Newsom e il presidente US e il sindaco di Los Angeles che ha imposto il coprifuoco. Anche in questo caso si sta aprendo una causa in tribunale per conflitto tra gli ordini interni.

La domanda è semplice e ci riguarda tutti: un presidente in uno stato democratico può fare quello che vuole senza pesi e contrappesi?

Qui non parlo di colore politico che interessa poco o nulla. Può una persona di qualsiasi idea politica schiacciare tutto e tutti?

A peggiorare il quadro un senatore democratico Alex Padilla è stato arrestato e ammanettato dagli agenti di sicurezza a Los Angeles mentre tentava di fare una domanda sulle proteste in California alla conferenza del segretario per la sicurezza Kristi Noem. Immaginate se in Italia la polizia gettasse a terra in manette un politico! O in Francia…

“Dulcis in fundo” un falso agente spara e uccide due esponenti del partito democratico e ne ferisce altri due a Minneapolis.

Ci stupiamo quindi se il dollaro è in prossimità di 1,16 contro euro e anche in una fase di turbolenza globale si indebolisce invece di rafforzarsi?

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Nel grafico che precede si vede chiaramente come il dollaro sia al minimo degli ultimi 3 anni contro euro. Prossimo target di breve in area 1,20.

Il mercato del forex è sempre il più imprevedibile e in questa fase l’America, anche se necessaria, piace sempre di meno per tutto quello che continua a capitare. Di divise rifugio sono rimaste Euro (fa sorridere) e l’immancabile franco svizzero.

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Ci vogliono meno di 0,94 Chf per comprare 1 euro e nonostante i tassi zero il franco non accenna ad indebolirsi.

Paese serio, democrazia stabile, borsa composta di aziende multinazionali e, al netto del brutto episodio Credit Suisse-UBS, è un posto dove i capitali sono “al sicuro” da qualsiasi evento geopolitico.

Altra nota di rilievo: l’oro è diventato il secondo asset di riserva mondiale dopo il dollaro e ha superato l’euro. Questo lo si deve da un lato dagli acquisti incrementali delle banche centrali per le loro riserve e dall’altro dal prezzo in crescita da anni.

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Nel grafico a 5 anni che precede si nota, in dollari, il prezzo dell’oro (linea bianca) e dell’argento (linea blu) del quale si parla di meno ma che è andato molto bene.

Oro, argento, platino, franco svizzero, titoli di stato a breve, bitcoin (per chi crede nelle cripto) hanno in comune la stessa idea: come posso proteggere una parte dei miei risparmi da eventi avversi e da un ordine mondiale incerto?

Come posso mantenere il valore reale dei miei soldi in periodi dove le ondate inflazionistiche sono il nuovo rischio quotidiano?

In un contesto già surriscaldato l’attacco di Israele all’Iran e la risposta degli iraniani ha scosso i prezzi del petrolio e del gas.

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Il prezzo del petrolio è passato da un minimo di 60 usd a oltre 75 dollari nel giro di 1 mese con il maggior aumento, tutto nella settimana scorsa, a seguito dell’attacco.

Vale la pena infine ricordare che le guerre non “colpiscono” i mercati azionari che in media salgono del 4% nei primi 30 giorni e ci sono ulteriori rialzi nei mesi successivi.

Inutile sottolineare come tecnologia, cybersecurity e difesa siano diventati i settori dove si debba essere investiti. La tecnologia non è una novità, la difesa e i sistemi cyber e tech per far funzionare/proteggere i vari nostri paesi rischiano di essere non un trend momentaneo ma una triste necessità.

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it