
05 Giu Manovra fiscale USA: analisi impatti sul dollaro, rendimenti e scenari di rischio globale
La legge fiscale di Trump, dietro a un titolo che ricorda una serie TV come “#One #Big #Beautiful #Bill”, cela molte delle contraddizioni intrinseche all’agenda politica USA e solleva interrogativi per gli investitori. Dopo le minacce sui dazi, in parte rientrate dopo il caos provocato sui mercati finanziari, un po’ di sollievo sarebbe dovuto arrivare dai tanto attesi annunci sui tagli delle tasse promessi dall’amministrazione Trump.
Così non è andata e se alle minacce sui dazi sembrava non credere (quasi) più nessuno, ci si continua a interrogare sul futuro degli asset finanziari denominati in USD, per lungo tempo considerati non solo un benchmark per la valutazione delle altre attività finanziarie, ma un vero e proprio “safe haven” nelle fasi di incertezza o instabilità dei mercati.
Dollaro USA e scenari economici: tra debolezza e rischi di guerra commerciale
Sebbene un dollaro più debole rappresenti un obiettivo dichiarato dall’amministrazione statunitense, uno scenario di guerra commerciale a tutto campo non è compatibile con gli obiettivi di crescita economica annunciati dal Segretario del Tesoro Bessent (3% nei prossimi 12 mesi) per la tenuta delle finanze pubbliche .
Bloomberg Dollar Index
Questo scenario si è tradotto in un rialzo dei rendimenti per i titoli di Stato USA a lunga scadenza: il Treasury decennale USA ha superato il 4,5%, mentre l’omologo a 30 anni si è spinto oltre il 5%.
Non va dimenticato come queste dinamiche si collochino all’interno di una tendenza ribassista che ha interessato i Treasury a partire dalla fase post-pandemica con un’inversione di portata storica.
Impatto sui rendimenti globali e sostenibilità del debito pubblico
Negli ultimi tre anni, il rendimento del Treasury decennale ha oscillato in una fascia compresa fra il 3,5% e il 5% e l’economia ha continuato a crescere (e gli utili a migliorare): ma se a un primo sguardo questi movimenti possono sembrare ordinati, le dinamiche delle finanze pubbliche di molte economie avanzate hanno assunto una traiettoria che difficilmente sarà sostenibile senza effetti collaterali.
Allungando lo sguardo oltre i 10 anni, il Congressional Budget Office proietta al 210% il rapporto debito/PIL USA nel 2050.
Questo generalizzato rialzo dei rendimenti a lungo termine è più marcato sulle scadenze a 30 anni e ha anche interessato i mercati finanziari di altre economie avanzate: dal Giappone (il caso più eclatante) al Regno Unito (in misura simile agli USA), ma anche Germania, Canada e Corea del Sud.
D’altronde è una diretta conseguenza del fatto che tutti (o quasi) i principali Paesi al mondo sono impegnati in politiche di reflazione per le proprie economie, anche sotto spinta della sessa amministrazione USA.
Riforma fiscale USA: prospettive e conseguenze sui tassi dei mutui
Tornando agli Stati Uniti, la legge fiscale verrà con buona probabilità modificata in molte parti dal Senato. La sua approvazione, che dovrebbe avvenire entro luglio, sarà più facile se il mercato dei titoli di Stato USA non vedrà nuove tensioni che dovessero rendere necessario l’intervento del Tesoro o della FED.
Le prime conseguenze “reali” sono forse quelle che si riflettono sul costo dei mutui ipotecari (mortgage) a 30 anni, saliti al 7,5% – sui livelli massimi degli anni Duemila. Questa dinamica non rappresenta certo una buona notizia per le famiglie statunitensi e per il mercato immobiliare.
L’Oro come scudo contro l’inflazione e la svalutazione delle valute
Benefici apprezzabili invece si sono osservati sull’oro: se gli interventi da parte di banche centrali e governi sui mercati dei titoli di Stato non sono una novità, in questa fase vanno ad alimentare la convinzione che si stia assistendo a un debasement delle valute.
Negoziati commerciali e settori strategici: verso nuovi blocchi globali
Sullo sfondo, fra pause e reiterate minacce, proseguono i negoziati sui dazi internazionali (e non solo) che volutamente non commentiamo considerata la schizofrenica strategia negoziale imposta da Trump con le sue dichiarazioni dell’ultimo minuto.
Quel che ci limitiamo a osservare è come la partita riguardi principalmente tre settori: semiconduttori, farmaceutica e metallurgia (acciaio e alluminio) – per i quali è evidente che si andrà verso la creazione di due blocchi commerciali: uno statunitense e l’altro cinese.
Se storicamente le fasi di confronto fra due superpotenze sono favorevoli alla crescita economica, anche solo la lettura dei fatti riportati in queste righe ben testimoniano come alcuni equilibri (finanziari e non) possano rivelarsi molto precari.
Se storicamente le fasi di confronto tra due superpotenze si sono rivelate favorevoli alla crescita economica, la lettura attenta dei fatti qui riportati testimonia come alcuni equilibri, finanziari e geopolitici, possano rivelarsi estremamente precari, richiedendo un’attenta analisi del rischio finanziario.