La voce di NoRisk – Crescita PIL Europeo, imprese tecnologiche in evidenza, automotive in crisi

La voce di NoRisk – Crescita PIL Europeo, imprese tecnologiche in evidenza, automotive in crisi

La settimana scorsa sono usciti tutta una serie di dati che andiamo a vedere e commentare.

La prima “sorpresa” è in Europa: il PIL è stato ben più alto delle attese e con un’inflazione ancora in lieve calo. Le principali economie sono cresciute tutte con Germania e Francia allo 0,2% e una super Spagna con un +0,7% (Italia invece si “ferma” a un +0,3%).

Con questi dati e con altri anticipatori visti ed esaminati si può ipotizzare che non solo l’Europa sia fuori dalla recessione, ma che il resto dell’anno possa essere migliore delle aspettative. Come sempre, i servizi hanno trainato più dell’industria, ma questa oramai è una tendenza nelle economie più avanzate.

Negli Stati Uniti la scorsa settimana sono uscite le trimestrali di Amazon e Apple: ottima la prima, mediocre la seconda, ma a breve entreremo nei numeri e scenderemo più nei dettagli.

Il primo trimestre delle magnifiche 6 (Tesla oramai è uscita dal club delle ex big 7 sostituita da Eli Lilly) è stato impressionante. Manca solo Nvidia che uscirà più avanti a Maggio e il panorama del settore “growth” sarà concluso.

Come dicevamo i dati di Amazon e Apple sono esattamente all’opposto: eccezionali Amazon, mediocri Apple che vede l’ennesimo trimestre di decrescita sia nel fatturato che negli utili.

Uno potrebbe pensare, in un mondo normale, che dopo l’ennesima delusione dal punto di vista delle vendite in un mercato così dinamico come quello degli smartphone, il titolo potesse calare bruscamente.

In un modo normale appunto! Ma, i mercati, sfuggono sovente alle logiche del buon senso e dove non arrivano i dati societari arrivano altri eventi destinati a cambiare il corso del titolo: Apple ha lanciato, post risultati, il più grosso buyback della storia da ben 110 mld di dollari.

In sostanza la società continua con la politica di acquistare azioni proprie sul mercato, sostenendone il prezzo e riducendo il numeri di azioni in circolazione.

In questo modo si remunerano gli azionisti (utile da dividersi tra un minor numero di azioni in circolazione) e si compra tempo fino a quando la società tornerà a crescere o almeno ci proverà. Una società “value” con multipli “growth”: questo è Apple oggi. Una macchina da soldi che non cresce più.

La tabella che precede ci mostra l’elenco delle società US con i vari programmi di buyback: come si vede, Apple, grazie al suo enorme cash flow è solita remunerare gli azionisti con pacchetti di riacquisto notevoli.

Si deve anche dire che in US, a differenza che in Europa, per ragioni fiscali, le distribuzioni di utili vengono fatte più con i buyback che con i dividendi.

Aspettiamo quindi la trimestrale di Nvidia, ma con i numeri complessivi di queste società si comprende bene perché gli indici Nasdaq e S&P performino quasi sempre in maniera robusta, molto robusta.

Una parentesi nell’automotive

Il settore automotive la scorsa settimana ha rilasciato alcune trimestrali (Stellantis e Volkswagen) che hanno deluso, contrariamente alle aziende americane tech, gli investitori sia a livello di fatturato che di margini/utili).

Il grafico che precede fa vedere l’andamento di Stellantis a 5 anni e si può osservare come dai minimi del 2020 intorno ai 5 euro il titolo sia cresciuto fino a 27 euro circa di pochi mesi fa (miglior rendimento total return tra i costruttori generalisti).

La società è stata una delle migliori sia sui mercati sia a livello di bilanci e Tavares, l’AD di Stellantis, continua nella linea Marchionne con attenzione ai numeri e alla redditività complessiva.

Post storno della scorsa settimana il titolo si è appoggiato sulla media mobile a 200 gg (indicatore tecnico importante) e quota “solo” 3 volte gli utili con un dividend yield di quasi l’8%. Il calo in borsa pare eccessivo.

Indicatori di bilancio Stellantis

Settore automotive: andamento total return in eur a 5 anni

Come si può notare dalla tabella precedente l’andamento total return a 5 anni in Euro di Stellantis è stato pari al 20% circa all’anno, Toyota in Euro è al 17,5% annuo, gli altri costruttori (General Motors, Ford, Volkswagen) sono lontani anni luce a livello rendimento per gli azionisti.

In questa analisi non abbiamo preso i costruttori premium quotati separatamente perché hanno avuto delle dinamiche differenti. Forse per VW varrebbe la pena procedere a qualche ulteriore spin off (come già fatto per Porsche) per evidenziare meglio il valore di tutti gli altri brand premium che oggi soffrono della cattiva performance del marchio VW.

Concludiamo, per dovere di cronaca, ricordando che è in collocamento il nuovo BTP valore con durata 6 anni e premio fedeltà per chi lo detenga a scadenza.

La struttura prevede:

  • Primi tre anni cedole al 3,35%;
  • Secondi tre 3,9%;
  • Premio fedeltà 0,8%.

Il rendimento medio complessivo annuo è atteso al 3,8% contro un 3,5% dei BTP a 6 anni attualmente in circolazione.

In sostanza, al netto del premio fedeltà, il titolo viene emesso con rendimenti analoghi ai BTP già esistenti sul mercato secondario.

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it