Guida alle minusvalenze: compensazioni e recupero

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Guida alle minusvalenze: compensazioni e recupero

Quando parliamo di minusvalenze per investimenti sui mercati finanziari non dobbiamo dimenticare che ogni risparmiatore può trovarsi in tre regimi diversi: 

  1. Amministrato
  2. Gestito
  3. Dichiarativo

In questo approfondimento parleremo delle minusvalenze nel regime amministrato che è quello di maggior interesse per i risparmiatori e dove le banche fungono da sostituto fiscale e provvedono alla liquidazione delle imposte dovute verso lo stato e/o alla compensazione con perdite pregresse. 

Ricordiamo che le minusvalenze si possono recuperare nell’anno in corso e non oltre i 4 successivi. 

Quindi minusvalenze presenti nel cassetto fiscale generate a seguito di vendite in perdita nel 2024 possono essere recuperate entro il 31/12/2028.

Cosa sono le minusvalenze: Esempi pratici 

Le minusvalenze sono le perdite realizzate in seguito alla vendita di strumenti finanziari. 

Facciamo un esempio: un risparmiatore ha in PF Eur 10.000 di Etf/fondo sulle azioni dell’energia rinnovabile. 

Dopo 3 anni, perde il 20% quindi si trova ad avere solo più Eur 8.000 e decide di liquidare l’investimento generando dopo la vendita una minusvalenza effettiva di Eur 2.000 (ricordiamo che, ai fini della tassazione nel regime amministrato in Italia una plus o una minus si verificano a livello fiscale SOLO al momento della chiusura dell’operazione). 

Una volta realizzata la perdita questa viene registrata nel cassetto fiscale collegato al codice fiscale del cliente sul conto della banca X.  

Si ha tempo per il recupero delle minusvalenze (che generano un credito fiscale in questo caso di Eur 2.000) l’anno in corso ed i 4 successivi. 

Se ad esempio genero una minusvalenza nel 2024 avrò tempo fino al 31/12/2028 per il recupero fiscale di tali somme. 

Come si generano le minusvalenze

 Nell’ambito della gestione finanziaria e delle strategie di investimento, è cruciale comprendere le implicazioni fiscali associate alla detenzione e alla liquidazione di strumenti finanziari in perdita. Esaminiamo due scenari specifici che evidenziano come differenti azioni possono influenzare in generarsi di minusvalenze, con particolare attenzione alle conseguenze fiscali per l’investitore. 

  1. Strumento in perdita ma ancora presente nel dossier titoli del cliente: NO MINUSVALENZE
  2. Strumento in perdita viene liquidato: si generano le MINUSVALENZE

 

Compensazione di minsuvalenze

Una volta generate le minusvalenze, come abbiamo detto, si ha tempo l’anno in corso più i 4 successivi per il recupero di tali somme. 

Con le leggi attuali (LEGGE 9 agosto 2023, n. 111) per il recupero delle minusvalenze occorre avere nel proprio dossier titoli strumenti fiscalmente adatti che permettano la compensazione di eventuali plusvalenze con le minusvalenze pregresse presenti nel proprio cassetto fiscale.

Si devono avere quindi in PF titoli che generino redditi diversi quali: 

  • Azioni 
  • Obbligazioni con la cedola comprati sotto la pari 
  • Certificati 
  • Etc 
  • Derivati  

In caso di plusvalenza di uno di questi strumenti per, ad esempio, 2.000 Euro se abbiamo una minusvalenza pregressa di 2.000 Euro vendendolo non pagheremo imposte (26 o 12,5%) e il cassetto fiscale sarà azzerato. 

Strategie efficaci per la compensazione

Per poter recuperare le minusvalenze occorre, come detto, avere e/o inserire nella dichiarazione PF degli strumenti che, generando “redditi diversi” permettano la compensazione. 

Quindi ad esempio se ho una perdita da recuperare con una scadenza certa la miglior strategia è comprare dei titoli di stato/obbligazioni sotto la pari con data di scadenza coerente e coincidente con le varie scadenze del cassetto fiscale. In questo caso la differenza tra prezzo d’acquisto dell’obbligazione, esempio, 94 e il valore del rimborso a 100 sarà fiscalmente utilizzabile. 

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admin@norisk.it
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